Davide Rossi: “Lavoriamo tanto per un’Italia protagonista all’Europeo U19”

Una stagione, quella appena conclusasi, che ci ha fatto conoscere un talento del football americano che può tranquillamente dire la sua non soltanto a livello giovanile ma anche tra i più grandi. Davide Rossi, quarterback dei Parma Panthers e della Nazionale italiana Under 19, si appresta ad affrontare la sfida dell’Europeo di categoria al via il prossimo 28 luglio a Bologna.

IL PUNTO SULLA PREPARAZIONE

“La preparazione in vista dell’Europeo è a buon punto. Siamo un bel gruppo e siamo contenti di quanto fatto finora, anche se c’è ancora parecchio da lavorare. Sarà importante la settimana di ritiro che ci attende prima dell’inizio della competizione. Personalmente mi sto impegnando tantissimo per questo mio ultimo anno in U19: le aspettative da parte mia e di tutto il roster sono alte”.

L’Italia farà il suo esordio contro la Danimarca. Partita difficile ma non impossibile. “La Danimarca è un team con il quale ce la giochiamo. Non è una super corazzata come può essere ad esempio l’Austria. Ci giochiamo la partita e possiamo portarla a casa”.

BLUE TEAM

La Nazionale maggiore è ripartita con un roster importante costituito da un mix di giovani e di ragazzi che hanno già maturato importanti esperienze all’estero. L’obiettivo è riavvicinare il Blue Team ai fasti degli anni 80, quando arrivarono ben due titoli continentali. “Sicuramente il progetto è questo. Nel Blue Team ci sono nomi importanti che ne fanno una squadra forte. Farne parte, anche solo per i raduni, è una grande opportunità per imparare e crescere”.

Davide Rossi in azione in allenamento

LA STAGIONE CON I PARMA PANTHERS

Il 2019 è stato l’anno dell’esplosione tra i senior in Prima Divisione. Il 2020 l’anno della definitiva consacrazione? “Lo spero fortemente. Nel 2019 sicuramente l’infortunio del QB americano Hennessey mi ha permesso di giocare e vincere alcune partite”.

Dopo esser stata l’unica squadra a sconfiggere i campioni d’Italia dei Seamen Milano, ai Parma Panthers brucia ancora però la sconfitta contro i Ducks Lazio nei play-off. Una mancata trasformazione nel finale di gara che ha privato gli emiliani della possibilità di giocarsi la semifinale. “Le sconfitte bruciano sempre, non riuscire ad andare all’overtime contro i Ducks Lazio ci ha bruciato parecchio. E’ stata comunque un’ottima stagione – considerati anche i numerosi infortuni – dove molti nuovi giocatori hanno avuto la possibilità di scendere in campo. Prendo ad esempio Modeste Pooda, running back, al posto di Alessandro Malpeli Avalli. Tanti giovani in campo e questo è un buon segno. Il prossimo anno ci saranno diversi cambiamenti, fra cui l’Head Coach Papoccia che non sarà più dei nostri. Ripartiamo comunque  con l’obiettivo di sempre: vincere”.

LAVORARE PER UN SILAS NACITA ITALIANO

Il movimento del football americano in Italia deve ancora fare quel piccolo passo in più per regalarci giocatori del calibro di Silas Nacita, import Usa che ha fatto strabuzzare gli occhi durante tutto il campionato con i Guelfi Firenze. Ma anche senza essere americani si può essere “extraterrestri” in questo sport. L’austriaco Sandro Platzgummer ne è l’esempio più luminoso. “Per avere ragazzi di questo livello bisogna migliorare la preparazione complessiva. Occorre seguire i ragazzi, anche in maniera individuale, sin dall’età di 9-10 anni per farli crescere e farli arrivare al tackle football. Spesso crescono moltissime squadre di flag con buoni giocatori ma serve quel qualcosa in più che ci permetta di avere giocatori come Silas Nacita o come il fortissimo running back austriaco Sandro Platzgummer”.

I MITI: TOM BRADY E IL “PICCOLO” WILSON

“Gioco a football sin dai 7 anni ma ho praticato moltissimi altri sport. Ho giocato a calcio, basket, pallavolo, baseball, tennis. Mi definisco uno sportivo a 360°. Sono cresciuto tifando New England Patriots e ovviamente il mito di Tom Brady. Un’altra mia grande passione è Russell Wilson, formidabile quarterback dei Seattle Seahawks in NFL. Mi rivedo in lui anche per la sua altezza, essendo io non altissimo. Vedere che in NFL esistono giocatori non fisicamente mostruosi mi dà sempre quella speranza che il fisico è importante ma con la tecnica, l’impegno e la fatica si può arrivare ovunque. Brady e Wilson sono il top per me”. Icone del  football americano. Anzi, dello sport. Come non dargli ragione!