Fabbri si presenta con un lancio stratosferico a Parow

Strepitoso inizio di stagione per Leonardo Fabbri nel getto del peso. L’azzurro ha migliorato due volte il record personale fino a 21,32 nella gara di esordio a Parow, in Sudafrica, disputata all’aperto. Con questo risultato il 22enne fiorentino dell’Aeronautica diventa il secondo italiano di sempre nella specialità, superando il suo allenatore Paolo Dal Soglio nelle liste nazionali alltime (21,23 nel 1996) e realizza lo standard di iscrizione per le Olimpiadi di Tokyo, fissato a 21,10. Lo rende noto la Fidal.

Exploit incredibile

L’exploit al sesto e ultimo lancio, dopo aver già toccato 21 metri esatti al quinto tentativo, un centimetro in più rispetto al 20,99 dell’anno scorso a Vicenza. Nella passata stagione il colosso toscano, due metri di statura per 136 kg, è riuscito a conquistare la medaglia d’argento agli Europei under 23 di Gavle, in Svezia, e poi ha sfiorato la finale ai Mondiali di Doha, primo degli esclusi.

In ordine cronologico, un lancio così lungo per un azzurro mancava dal 1987 e per l’esattezza dal 26 settembre di quell’anno: 21,63 dell’altro fiorentino Alessandro Andrei a Kusnacht, in Svizzera, nella stagione del suo record italiano (22,91 il 12 agosto a Viareggio, allora primato mondiale).

Fabbri: “Stavo bene ma non credevo così”

“Sapevo di star bene – le parole di Leonardo Fabbri – ma non pensavo così bene. L’obiettivo era di fare il minimo olimpico prima possibile ed è arrivato subito, alla prima gara. Una grande gioia. C’è solo da crescere, perché ci sono margini di miglioramento.

Sicuramente quello che conta è salire in modo costante, un passo alla volta, e consolidare le misure, ma non mi pongo limiti. Ora posso lavorare con la testa più leggera, senza dover rincorrere la prestazione. Il personale è arrivato già al quinto lancio: ho esultato, ma mi sono contenuto, perché sentivo che non ero riuscito a finirlo bene.

E poco dopo mi sono migliorato. All’inizio i giudici hanno dato un risultato di 21,23 che avrebbe eguagliato Dal Soglio, così sono andato in tribuna per abbracciarlo. Poi hanno rimisurato e spero che adesso il mio allenatore non si arrabbi per averlo sorpassato! Ma ha dimostrato di essere anche un grande tecnico, oltre che grande atleta”.

Dal Soglio: “Non sono sorpreso”

“Non è una sorpresa. Prima della gara pensavo a un risultato intorno ai venti metri e mezzo – commenta il coach Paolo Dal Soglio, che da atleta nel ’96 è stato campione europeo indoor e quarto alle Olimpiadi – ma osservando gli allenamenti sapevo che i 21 metri erano alla portata.

Ho visto buoni lanci dal punto di vista tecnico, mi è piaciuto e questo per me vale anche più della misura, vuol dire che il lavoro dà i suoi frutti. Se fossi arrabbiato per essermi visto superare da un mio atleta, non sarei un buon allenatore. E gioisco ancora più di lui, se possibile, come se fossi io ad aver fatto il risultato. Questa sera festeggiamo con un barbecue, da domani si torna in campo e guardiamo avanti”.