NBA – La “stagione delle coppie”: ecco la Northwest Division

Ormai mancano pochissime ore al via della stagione numero 74 per ciò che riguarda il campionato del mondo di basket più bello, affascinante e intrigante del mondo: l’NBA. Si riparte con moltissime novità che la free agency estiva, una delle più folli e incredibili degli ultimi anni, ha portato in dote alle trenta franchigie della Lega.

I campioni in carica dei Toronto Raptors ne sono usciti molto ridimensionati ma prima di una eventuale abdicazione sicuramente vorranno vendere cara la pelle. Quella che si va ad aprire è stata già ribattezzata la “stagione delle coppie” per via dei binomi che si sono formati in ognuna delle squadre in lotta per l’anello.

Dopo aver analizzato l’Est, ecco l’Ovest. O per meglio dire il selvaggio West: selvaggio lo era già prima, dopo il mercato estivo è diventato davvero una mission impossibile anche per squadroni blasonati. Partiamo dalla Nortwest Division dove i nomi che seguono sono tutto un programma.

Denver Nuggets

NBA - La "stagione delle coppie": ecco la Northwestern Division

Jamal Murray e Nikola Jokic

Lo scorso anno i Denver Nuggets hanno ritrovato i playoff dopo ben cinque stagioni di astinenza. I ragazzi di Coach Malone hanno chiuso l’annata con un record di 54-28 che li ha posti al secondo posto nella Western Conference dietro ai soliti Golden State Warriors. La semifinale persa contro i Portland Trailblazers grida ancora vendetta e in Colorado la sete di rivincita è altissima.

Le speranze sono ancora nella giovane coppia di fenomeni che ha trascinato i Nuggets nello scorso campionato: Jamal Murray e Nikola Jokic. La guardia canadese è sempre più leader della squadra, vuole il pallone nei momenti caldi e non ha paura di prendersi le responsabilità: le cifre in costante crescita dimostrano come stia arrivando alla piena maturità.

Nikola Jokic, dal canto suo, non è solo il capitano di Denver, è il cuore pulsante: oggi è probabilmente uno dei tre centri più forti dell’intera NBA. Se dovesse iniziare a difendere allora in Colorado potrebbero addirittura fare un pensierino alle Finals NBA.

Minnesota Timberwolves

Andrew Wiggins

Se si dovesse sintetizzare in una frase il recente passato dei T’Wolves si potrebbe tranquillamente sintetizzare con un eloquente “poteva essere ma non è stato”. Eh già perché la franchigia del Minnesota, una sola apparizione ai playoff negli ultimi quindici anni, non è che non abbia avuto del talento immenso in squadra ma poi se non si hanno altre doti, come il carattere e la voglia di vincere, difficilmente si può fare strada nello sport professionistico americano.

Se poi ti trovi a lottare nel selvaggio West della Nba. Non è un caso se l’unica apparizione alla post season sia giunta due stagioni orsono quando insieme a Wiggins e Towns c’era Jimmy Butler, un vincente. Butler però non ha legato con le due stelle che ora sono rimaste da sole a dover indirizzare il destino di una franchigia che sembra ancora molto buio.

Peccato perché sia Andrew Wiggins che Karl-Anthony Towns avrebbero tutti mezzi tecnici per essere delle stelle assolute nella Lega. Il carattere però o ce l’hai oppure no: e questi due ragazzi, rispettivamente alla sesta e quinta stagione, o dimostrano qualcosa o resteranno solo degli splendidi incompiuti.

Oklahoma City Thunder

Gli Oklahoma City Thunder

Sarebbe dovuta essere la squadra di Russell Westbrook per sempre. Invece, di concerto con la dirigenza di Oklahoma, il numero 0 ha preso la via di Houston, dove ha ritrovato l’amico James Harden, in cambio di Chris Paul e due scelte al Draft.

Una scelta inevitabile per una franchigia che, dopo l’addio a Paul George direzione Clippers, non ha potuto far altro che iniziare una ricostruzione totale. I Thunder, da quando gli ex Seattle Supersonics si sono trasferiti ad Oklahoma ossia nel 2008-09, hanno fallito i playoff in sole due occasioni e quest’anno, a meno di clamorosi ribaltoni che ad Ovest appaiono improbabili, faranno il tris.

In altre condizioni la coppia formata da Chris Paul e Danilo Gallinari non sarebbe d’oro ma di platino: i due però un po’ per l’età, un po’ per i contratti pesantissimi che si sono portati dietro, difficilmente potranno restare nella capitale dell’omonimo stato. Una stagione di assoluta transizione in attesa delle tante scelte rimediate al Draft per i prossimi anni e, anche, di capire se Shai Gilgeous-Alexander possa essere davvero il leader del futuro.

Portland Trailblazers

I numeri difficilmente dicono il falso. Beh i numeri dei Portland Trailblazers affermano che la franchigia dell’Oregon nelle ultime 43 stagioni, cioè da quando vinse il suo unico titolo NBA contro i Philadelphia 76ers, ha fallito i playoff in sole otto occasioni. Insomma se vogliamo parlare di squadre protagoniste, Portland è una di queste.

Se poi da sette anni ti trovi con uno dei backcourt più forti in assoluto, due giocatori che si conoscono a memoria e che mettono paura all’intera NBA, allora ci sono tutti gli elementi per puntare davvero al bersaglio grosso. Damian Lillard e CJ McCollum sono, veramente, come Batman e Robin: i due giocano a occhi chiusi, si trovano, si completano e fanno crescere inevitabilmente chi si trova accanto a loro.

Una cosa è certa: se Portland si trovasse a Est, sarebbe una serissima candidata alle Finals, insieme ai Milwaukee Bucks di Antetokounmpo; a Ovest, invece, dovrà lottare per entrare tra le prime quattro e avere così il fattore campo nei playoff.

Utah Jazz

Mike Conley e Donovan Mitchell

Leggi Utah Jazz e i primi due numeri che ti vengono in mente sono il 12 e il 32: John Stockton e Karl Malone, semplicemente due dei più forti giocatori della storia. Giusto per dare un’idea: Stockton ha il record di assist e palle rubate della Lega mentre Malone è il secondo miglior marcatore dopo Kareem Abdul Jabbar.

Oggi Coach Snyder ha altri due numeri sui quali puntare le sue fiches, ovvero il 45 di Donovan Mitchell e il 10 di Mike Conley. La guardia ex Louisville Cardinals, al terzo anno in NBA, vuole alzare ancora di più il suo livello e mostrare di valere le migliori guardie della Lega: giocatore affamato e difensore cattivissimo, Mitchell ha anche tanti punti nelle mani come dimostrano i quasi 24 a partita dell’ultima stagione.

Insieme a lui, da Memphis, è arrivato Mike Conley, forse uno dei giocatori più forti e sottovalutati dell’intera NBA. L’ex leader del grit & grind ai Grizzlies, vuole portare tutta la sua classe, la sua carica e la sua esperienza a una squadra giovane e vogliosa di arrivare a quelle Finals. Quelle Finals che mancano da 22 anni quando Stockton&Malone non erano due giocatori diversi ma un’unica, meravigliosa entità.