“Una della sensazioni più belle che si possano provare nella vita, è fare della propria passione il proprio lavoro. E, nel mio caso, scoprire un po’ di più di me stesso ogni giorno”. Inizia così una bellissima chiacchierata con Federico Morisio, 24 anni il prossimo 13 luglio, uno degli atleti italiani di windsurf wave più conosciuti dentro e fuori i confini dello stivale.
Che Federico sia felice lo si capisce dal suono della sua voce quando inizia a raccontarci di questo lungo viaggio iniziato sedici anni fa insieme a chi, come spesso capita a tutti i bambini, ci coinvolge nelle sue passioni, il papà: “Ho iniziato quando avevo otto anni insieme a mio papà perché le vacanze erano una continua ricerca delle onde. I primi tempi mi sono dedicato al windsurf basico poi, estate dopo estate, step by step, ho iniziato anche a provare il windsurf con le onde. Questo accadeva intorno ai 14 anni”.
UNA DISCIPLINA SPETTACOLARE
Ecco, il windsurf wave, una disciplina nuova ma molto spettacolare: “Come detto ho iniziato con la disciplina tradizionale poi, come spesso capita a tutti gli amanti dell’adrenalina, c’è stato uno scatto e mi sono diretto verso il wave. È, di fatto, il windsurf tradizionale abbinato alle onde che spesso vengono surfate ma anche saltate sul bordo d’uscita: in quel momento vengono effettuate moltissime delle acrobazie e delle evoluzioni che si possono ammirare. È una disciplina molto spettacolare e tecnica che, di fatto, è considerata al pari di uno sport estremo. L’altezza e la grandezza di un’onda sono i due fattori determinanti nella performance”.
Uno sport così ha sicuramente, nel mondo, delle culle dove nascono gli avversari più temibili per te: “Bisogna fare un piccolo excursus storico. Il windsurf ha avuto un grandissimo boom negli anni Ottanta e Novanta in Europa e Stati Uniti ma tra estremizzazioni (wave e freestyle) o nascita di nuove discipline (kite o wakeboard) ha perso una buona dose di praticanti. Oggi l’Europa e le Hawaii sono i due posti dove, di fatto, è più praticato. Fermo restando che poi ci sono degli atleti fenomenali che escono fuori da luoghi meno conosciuti: ci sono due ragazzi dell’Isola di Guadalupe bravissimi; poi non dimentichiamo brasiliani e americani”.
Naturalmente Federico l’Italia punta a essere tra le migliori: “Da noi sia il windsurf tradizionale che il wave sono molto praticati ma, ovviamente, ciò che ci frena sono le condizioni climatiche. È un peccato perché ci sono degli spot meravigliosi lungo lo Stivale o in Sardegna: è una caccia continua nel cercare la condizione ideale ma quando questo riesce fai delle sessioni che ti porti dietro per sempre”.
UN PERCORSO DI VITA
Ventiquattro anni ancora da compiere ma già una grandissima esperienza internazionale: “Oltre ai risultati, alle gare, quello che davvero è incredibile sono le esperienze che il continuo viaggiare ti porta a fare. Trovarsi ogni mese in paesi diverse, con culture e usanze diverse ti dona un bagaglio umano e personale inimmaginabile. Ci vuole una grande apertura mentale perché se non ci si pone nella maniera giusta, con la giusta umiltà unità a una grandissima voglia di imparare, non si arriva lontano.
Quella che sto vivendo non è solo una enorme esperienza sportiva ma lo è, innanzitutto, di vita. È un qualcosa per la quale ringrazio ogni giorno. Questo mio girovagare per il mondo, a caccia del mio sogno, mi ha permesso di conoscermi poco a poco; di lavorare su me stesso; di farmi vivere al di fuori degli stereotipi a cui ero abituato o che conoscevo e, sicuramente, tutto ciò non solo mi ha reso una persona diversa ma, soprattutto, migliore”.
Un nuovo Federico che ha oltre 25 mila follower su Instagram: “Credo sia fondamentale e, sin da subito, ho capito la potenzialità che i social, e Instagram in particolare, per condividere, raccontare, mostrare le mie esperienze e il mio sport. I social fanno parte della nostra vita ormai e ritengo siano un mezzo di comunicazione fondamentale: se usati nella giusta misura, i social danno una possibilità incredibile di farsi conoscere.
Io sto ancora studiando (economia aziendale con focus in marketing) e proprio sui social sto concentrando gran parte della mia ricerca. Non importa il numero dei follower: ciò che conta è poter trasmettere a chi mi legge, a chi mi guarda, le mie esperienze, le mie sensazioni, ciò che questo percorso di vita mi sta donando”.
PRESENTE E FUTURO
Una vita che avrà degli obiettivi a breve, medio e lungo termine: “Nel breve vorrei provare a fare sempre meglio nell’International Windsurfing Tour: dopo il secondo posto al Matanzas Wave Classic in Cile, punto a proseguire su questa strada cercando di migliorarmi e alzare sempre un po’ di più l’asticella. Nel contempo vorrei continuare a dialogare e interagire con i miei follower e riuscire a condividere con loro tutto ciò che mi riguarda a 360 gradi. A lungo termine c’è l’obiettivo di migliorare sempre: in primis come persona; poi nel far conoscere il mio sport a sempre più persone e perché no magari, un giorno, tirarne fuori anche un’attività imprenditoriale legata a questo mondo”.
Un lungo viaggio che, inevitabilmente, ritorna da dove siamo partiti. Da Torino, dalla famiglia: “È assolutamente fondamentale. Hanno sempre creduto in me, soprattutto all’inizio, e tutti i successi, non solo sportivi, sono dedicati a loro. Ovviamente la strada è ancora molto lunga, difficile, ma faccio quello che amo, ho un magnifico nucleo familiare alle spalle che mi sostiene e cerco ogni giorno di fare uno step in avanti non solo per me ma per tutti coloro che fanno parte del mio mondo”.