Simone Favaro ha detto stop. Il 30enne flanker delle Fiamme Oro Rugby, uno degli Azzurri più amati dal grande pubblico, italiano e non con 36 caps con la Nazionale Italiana spalmati lungo le gestioni di Mallett, Brunel e O’Shea, ha annunciato oggi il proprio ritiro dal rugby giocato. Favaro lascia il campo da gioco per intraprendere, a tempo pieno, la carriera nella Polizia di Stato dopo aver giocato le ultime due stagioni proprio con la maglia cremisi nel massimo campionato nazionale. Lo rende noto la Federazione Italiana Rugby.
Classe 1988, cresciuto nelle giovanili della Benetton Rugby, l’ex azzurro ha fatto parte della prima nidiata di atleti inseriti nel progetto dell’Accademia Nazionale “Ivan Francescato”: Simone è stato il secondo dei membri della struttura federale a debuttare con la Nazionale Maggiore lanciato da Nick Mallett contro i Wallabies durante il tour estivo dello stesso anno.
Un vero e proprio giramondo, Favaro nel corso della carriera ha indossato le maglie della Benetton Rugby, della Rugby Rovigo, dell’Overmach Parma, degli Aironi e nuovamente della Benetton Rugby prima di approdare ai Glasgow Warriors.
Dopo due anni in Scozia, eletto MVP dell’anno dai fans britannici alla sua stagione d’esordio, il flanker è rientrato in Italia alle Fiamme Oro, dove una serie di problemi fisici gli hanno impedito di trovare continuità, sino alla decisione di lasciare il campo da gioco.
“Il rugby è il gioco più bello del mondo. Ho fatto della mia passione il mio lavoro per oltre dieci anni, un privilegio che non tutti possono permettersi. Voglio ringraziare la mia famiglia, per essermi stata vicino in tutti questi anni e per avermi sostenuto nelle mie scelte. Senza di loro, questa incredibile avventura non sarebbe mai stata possibile” ha dichiarato Favaro al momento della decisione.
“Ho avuto molto dal rugby, è stata una magnifica avventura e sono grato a tutti gli allenatori che hanno creduto in me, in Nazionale e nei Club. Da Nick Mallett, che mi ha fatto debuttare ventenne in azzurro; a Jacques Brunel, con cui ho coronato il sogno di giocare la Rugby World Cup del 2015, sino a Conor O’Shea che mi ha offerto il grande privilegio di guidare la Nazionale come Capitano a Padova nel novembre 2016. Non lo dimenticherò mai”.
“Ora – ha concluso Favaro – è il momento di andare a scoprire quello che mi aspetta dopo il rugby, e non posso che essere profondamente grato alla Polizia di Stato ed al Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro per avermi concesso l’opportunità di continuare a giocare mentre mi preparavo ad affrontare una nuova fase della mia vita. Il rugby è una incredibile metafora della vita e, come poliziotto, farò in modo di tradurre concretamente al servizio della società e del Paese quanto il gioco mi ha insegnato”.