Cellule, occhi su ”cosa mangiano” per aiutare diagnosi delle malattie

Gli scienziati dell’Università di Edinburgo hanno sviluppato una nuova tecnologia di imaging per visualizzare ciò che le cellule ”mangiano”, il che potrebbe aiutare la diagnosi e il trattamento di malattie come il cancro. Il team – si legge in una nota dell’Ateneo –  ha progettato sonde chimiche che si illuminano quando si collegano a specifiche molecole di cui le cellule si nutrono, come il glucosio. I ricercatori – spiega la nota – hanno usato i microscopi per osservare le cellule che mangiavano glucosio all’interno di embrioni di zebrafish vivi, che sono trasparenti e facili da osservare. Hanno scoperto che la tecnica funzionava anche con quelle umane che crescevano in laboratorio.

Il team spiega che questo approccio potrebbe essere facilmente adattato per osservare altre molecole che sono importanti per la salute e nelle malattie. Tutte le cellule – spiega il team di ricerca – si basano sul glucosio e altre molecole per la loro sopravvivenza. Se le abitudini alimentari di una cellula cambiano, può essere un segnale di pericolo per la malattia. Lo studio – si legge – è stato pubblicato sulla rivista Angewandte Chemie.

”Abitudini alimentari” cellulari

I ricercatori  sono covinti che la nuova tecnologia potrebbe aiutare a rilevare piccoli cambiamenti nelle ”abitudini alimentari” cellulari all’interno dei tessuti del corpo, rendendo più facile individuare preventivamente le malattie. I medici potrebbero anche utilizzare la tecnologia per monitorare il modo in cui i pazienti rispondono al trattamento, rintracciando le molecole che vengono mangiate da cellule sane e malate.

Comprendere il metabolismo delle cellule malate

Il dott. Marc Vendrell, Senior Lecturer in Biomedical Imaging dell’Università di Edinburgo: “Abbiamo pochissimi metodi per misurare ciò che le cellule mangiano per produrre energia, che è ciò che conosciamo come metabolismo cellulare. La nostra tecnologia – dice – ci consente di rilevare più metaboliti contemporaneamente e in cellule vive, semplicemente usando microscopi. Questo – conclude – è un progresso molto importante per capire il metabolismo delle cellule malate e speriamo che aiuti a sviluppare terapie migliori”.