L’accento è quello di sempre, inconfondibile, toscano. La grinta, in allenamento come nei novanta minuti, immutata. L’analisi lucida e senza tanti fronzoli è il suo marchio di fabbrica. Elena Linari, difensore dell’Atletico Madrid e della nazionale italiana, fa parte delle 24 convocate dalla ct Milena Bertolini per le prossime due amichevoli delle azzurre. La prima oggi alle ore 18 (diretta streaming sul sito della FIGC) a Lublino con la Polonia, la seconda martedì 9 aprile alle ore 18.30 (diretta Rai Sport+HD) allo stadio ‘Città del Tricolore’ di Reggio Emilia con l’Irlanda, sfide in preparazione del Campionato del Mondo Francia 2019, alla cui fase finale l’Italia manca da vent’anni.
Prima della partenza, le azzurre si sono ritrovate a Roma per due giorni di raduno, dopo la finale raggiunta (e persa ai calci di rigore con la Corea del Nord) alla Cyprus Cup. “È stato un torneo importante anche se non particolarmente impegnativo per le avversarie incontrate (Messico, Ungheria e Thailandia, ndr) almeno fino alla finale” – ammette Elena Linari, 25 anni il prossimo 15 aprile – “per noi però è stata un’esperienza fondamentale sia per la prestazione di carattere messa in campo con la Corea del Nord, sia perché sono state impegnate, a rotazione, tutte le convocate”.
Elena è sbarcata a Roma da Madrid, dove ha lasciato la sua squadra di club capolista della Liga a quota 72 punti con tre lunghezze di vantaggio sul Barcellona. L’Atletico Madrid si è qualificato anche per la finale di Copa de la Reina (la nostra Coppa Italia) dove, il prossimo 11 maggio, se la vedrà con la Real Sociedad. Proprio la sfida di campionato tra Atletico Madrid e Barcellona allo stadio Wanda Metropolitano, nello scorso mese di marzo, ha fatto registrare un record di pubblico storico: 60.739 spettatori paganti, il più alto numero di spettatori della storia dei club calcistici femminili. Numeri da capogiro se si pensa che nella scorsa stagione la media della squadra maschile si è fermata a 55.482 spettatori (fonte Uefa). Un record che ha battuto il precedente primato del calcio femminile spagnolo quando, lo scorso mese di gennaio, in occasione della sfida tra Athletic Bilbao e Atletico Madrid di Copa de la Reina si registrarono 48.121 spettatori.
Da Madrid, Elena ha seguito anche la partita del record del calcio femminile italiano, quella che si è svolta lo scorso 24 marzo all’Allianz Stadium tra Juventus e Fiorentina, ottava giornata di ritorno del campionato di serie A, alla quale hanno assistito 39.000 persone (ingresso gratuito).
“È stato sicuramente un evento, impensabile anche solo pochi mesi fa, tante persone così hanno avuto l’opportunità di entrare in un mondo diverso, quello del calcio femminile” – ha ammesso Elena Linari – “rispetto a quanto accade in Spagna, però, ci sono ancora differenze sostanziali. Il pubblico che abbiamo avuto al Metropolitano non possono vantarlo nemmeno tante società maschili in Italia, forse solo le squadre milanesi a San Siro. Non solo, l’Atletico veniva da una settimana nella quale era uscito dalla Uefa Champions League. In Italia, io ho il ricordo della sfida scudetto al Franchi tra Fiorentina e Tavagnacco, nel 2017, ma allo stadio non c’erano i tifosi della curva, quelli che seguono la squadra maschile per intenderci e quelli non erano presenti nemmeno all’Allianz. Ne parlavo proprio con Sara Gama: in occasione della partita di Torino tante persone hanno sfruttato l’occasione per farsi un giro allo stadio gratuitamente. Al Metropolitano, invece, erano presenti tifosi che hanno pagato biglietti che andavano dai 5 euro ai 150 euro per la tribuna Vip. L’atmosfera fuori dall’impianto era incredibile: gonfiabili per i bambini, la banda. Non dimentichiamo che la squadra ha 27mila abbonati, sono numeri. Bisogna anche dire, però, che in Spagna, da due anni a questa parte, il pubblico è abituato a vedere il calcio femminile in televisione e in chiaro tutti i fine settimana. Non solo, Gold Television ha mandato in onda, sempre in chiaro, anche la doppia sfida, andata e ritorno, dei quarti di Champions League tra Wolfsburg e Lione”.
A Madrid, Elena Linari ha conosciuto anche le difficoltà. “Dalla titolarità fissa, ho vissuto la panchina e la tribuna. Sono step necessari per crescere e io sono andata a Madrid per diventare una calciatrice internazionale. Adesso sto comprendendo le scelte del Mister. Sto pagando anche lo scetticismo nei confronti delle calciatrici italiane e del nostro movimento. Prima ancora di arrivare in Spagna, quando il mio manager andò a parlare con il Bayern Monaco gli dissero chiaramente che non erano interessati alle calciatrici italiane. Per questo sarò sempre grata all’Atletico Madrid che ha creduto in me”.
Tra Italia e Spagna ci sono differenze anche a livello tecnico. “In Spagna facciamo tutto con il pallone, a volte anche il riscaldamento. Addirittura lo scarico, dopo le partite, lo affrontiamo facendo il “torello” o giocando a calcio-tennis. In Italia? Servirebbe una maggiore apertura mentale”.
Adesso c’è la maglia azzurra. “Il mio obiettivo è mettere a disposizione delle mie compagne tutta la mia esperienza. Non è detto che si debba sempre andare avanti, è altrettanto importante mantenere un ottimo livello e consolidare i nostri valori e i nostri principi. Al Mondiale manca ancora tempo e le prossime due amichevoli serviranno a dire che l’Italia c’è e non abbassa la testa. Poi, in Francia, dovremo essere brave a concentraci solo su noi stesse. È un sogno e noi saremo lì pronte a giocare a calcio e a viverci le nostre emozioni, fino in fondo”.