Molto spesso, quando si parla di discipline sportive, si leggono diciture del tipo: calcio e altri sport. E la domanda, come direbbe qualcuno, sorge spontanea: perché questa distinzione?
È una domanda apparentemente semplice ma che, dietro di sé, porta tantissime questioni. La più importante di esse è che, questa differenziazione non fa bene a nessuno. Per un fatto semplicissimo: c’è una grandissima voglia di sport da parte delle persone, indistintamente da quale disciplina si tratti. È quanto emerso dal sondaggio fatto da Outsider su quali sport meriterebbero di avere più visibilità. E le risposte sono state le più variegate a dimostrazione che il mondo dello sport è uno soltanto.
Fare una contrapposizione fra il mondo del pallone e il resto dell’universo sportivo, dal nostro punto di vista, è dannoso e assolutamente poco costruttivo. L’amore che si ha per l’uno non deve per forza escludere l’altro. Ci dovrebbe essere, per quanto possibile, una “contaminazione” tra le due galassie che porti ad un unico universo, quello dello sport.
La volontà di ammirare le discipline sportive, di emozionarsi per i sacrifici, gli sforzi, le lacrime degli atleti; di esultare per un gol, un fuoricampo, un TD, un ko, una stoccata, una meta, un’acrobazia, o scegliete voi l’azione che preferite, non devono assolutamente dividere ma unire. Come hanno fatto le ragazze dell’Italdonne del rugby scoperte purtroppo solo nelle ultime settimane, da un lato, o come è in grado di fare la Ferrari dall’altro.
La voglia di sport, di vederlo, se possibile dal vivo, più facilmente in televisione, aumenta in maniera esponenziale di giorno in giorno. Quindi tutti i mezzi di comunicazione, siano giornali, televisioni, radio o portali, dovrebbero cercare di soddisfare questa passione. Anche perché uno sport in più ammirato può diventare la scintilla che trascina su un campo, una pedana, una piscina, una pista i nostri figli o nipoti.
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