Lesioni spinali, ricerca italiana su biomateriale per rigenerazione nervosa

Biomateriali che potrebbero avere un ruolo importante nella cura delle lesioni spinali. Una ricerca italiana ha portato allo sviluppo in laboratorio di questo tipo di materiale, unendo la scienza innovativa dei nanomateriali biomimetici e la medicina neuro-rigenerativa basata sulle cellule staminali cerebrali umane. In questo modo è stato creato un tessuto nervoso tridimensionale e composto da neuroni umani maturi e relative cellule di supporto (glia) funzionalmente attive.

CNTE, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, Università di Milano Bicocca, Associazioni No profit per la ricerca e la cura delle malattie degenerative Revert Onlus, hanno annunciato i risultati della ricerca realizzata dal Team italiano del CNTE (Center for Nanomedicine and Tissue Engineering). La ricerca ha portato allo sviluppo in laboratorio di biomateriali di natura biologica sintetizzati in laboratorio che potrebbero avere un ruolo importante nella cura delle lesioni spinali. Lo si legge in una nota della Revert Onlus.

La ricerca, di cui è corresponding author il Dr. Fabrizio Gelain, coadiuvato dal Prof. Angelo Vescovi, è stata pubblicata il  25 marzo 2019 sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale PNAS con il titolo “Idrogel multi-funzionalizzati supportano la maturazione di cellule staminali neurali umane in colture cellulari tridimensionali e la rigenerazione nervosa in lesioni al midollo spinale” .

La fusione di due grandi branche della ricerca

La ricerca – spiega la nota – ha fuso due grandi branche della ricerca – la scienza innovativa dei nanomateriali biologici e la medicina neuro-rigenerativa basata sulle cellule staminali cerebrali umane. Partendo da questi due componenti basilari è stato letteralmente sintetizzato in laboratorio nuovo tessuto nervoso umano le cui caratteristiche sono state pre-determinate dai ricercatori proprio grazie alla possibilità di progettare al computer e poi sintetizzare in laboratorio i nanomateriali biologici.

lesioni nervose spinali materiale Sintetizzando tali materiali come gel e dotandoli delle proprietà meccaniche e biomimetiche necessarie a supportare e direzionare lo sviluppo delle staminali cerebrali – si legge – è stato creato un tessuto nervoso tridimensionale e composto da neuroni umani maturi e relative cellule di supporto (glia) funzionalmente attive. Questi costrutti rappresentano vere e proprie “protesi nervose”, le quali sono state quindi testate in animali con lesioni al midollo spinale. I risultati sono stati eccellenti poiché, non solo si è ottenuto  un miglioramento dell’attecchimento del trapianto rispetto alle tecniche precedenti, ma un oggettiva rigenerazione del tessuto midollare e recupero delle funzioni motorie.

La nota sottolinea come i materiali disegnati da Fabrizio Gelain siano biocompatibili, sintetici e composti al 99% da acqua e quindi  utilizzabili in ambito clinico. Poiché le cellule utilizzate in questi studi sono le stesse staminali cerebrali di grado clinico in uso sui pazienti delle sperimentazioni in pazienti SLA e Sclerosi Multipla dal prof. Angelo Vescovi, l’applicabilità sul paziente è molto vicina. Lo studio, infatti, è ramo essenziale del progetto congiunto IRCCS Casa Sollievo e Revert Onlus per una sperimentazione clinica su pazienti mielolesi programmata entro i prossimi 2-3 anni.

Le prospettive di impiego futuro

Un capitolo importante è quello legato ad altre terapie legate alla medicina rigenerativa. La possibilità di una progettazione “custom” dei biomateriali nei confronti della patologia di interesse, in questo caso delle lesioni midollari – dice infatti la nota – potrebbe ispirare altre terapie promettenti per la medicina rigenerativa anche nell’ambito della ricostruzione di pelle, cartilagine e tessuto cardiaco infartuato.

I peptidi auto-assemblanti (SAP) sono da tempo il fiore all’occhiello della nanomedicina internazionale applicata alla ricostruzione dei tessuti biologici – spiega la nota – grazie alle loro uniche qualità come biocompatibilità, purezza e versatilità. Lo studio dimostra, per la prima volta, che, con tali materiali interamente sintetici e progettati a livello molecolare in laboratorio, è possibile ottenere strutture cellulari nervose complesse. Le stesse sono dotate di attività elettrica e ottenute da cellule staminali neurali umane. Ciò consente – si legge – di avere un modello di network di cellule nervose in laboratorio su cui testare futuri farmaci, minimizzando così la sperimentazione animale.

Un ”patch” nervoso

E’ stato così costituito un primo “patch” nervoso (neuroprotesi) potenzialmente utilizzabile in clinica in futuro, utilizzando solo componenti già approvati in tal senso (es. cellule staminali neurali umane, materiali peptidici sintetici), evitando ad esempio ogni derivato animale. La neuroprotesi, fatta maturare in laboratorio e successivamente trapiantata in lesioni al midollo spinale incrementa la rigenerazione nervosa. Tutto ciò dimostra – conclude la nota – come, grazie alla tecnologia dei peptidi auto-assemblanti, è possibile customizzare un biomateriale per la specifica applicazione.

La ricerca è stata ed è tuttora finanziata dall’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, dalla Associazione Revert Onlus, dalla Fondazione Vertical Onlus e dall’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano. “Il risultato conseguito con questo lavoro è un tassello prezioso che si va ad aggiungere agli altri importanti risultati da noi ottenuti in quasi due decenni nell’ambito della nanomedicina, della scienza dei materiali e soprattutto della neuro-rigenerazione: abbiamo con pazienza e caparbietà composto un mosaico unico nel suo genere” dichiara Fabrizio Gelain “e sta a noi ora verificare se anche gli ultimi pezzi verso una futura sperimentazione clinica andranno finalmente al loro posto”.

“E’ doveroso” continua Gelain “ ringraziare l’impegno di giovani promettenti come Amanda Marchini ed Andrea Raspa, co-primi autori della ricerca, e  il supporto e la lungimiranza di Casa Sollievo della Sofferenza e di Revert Onlus che, in convenzione con l’Ospedale Niguarda da anni sostengono l’attività del Centro di Nanomedicina ed Ingegneria dei Tessuti.”

Photo © Revert Onlus