Protesi del ginocchio in 3D, in Humanitas primo impianto al mondo

Per la prima volta al mondo, in Humanitas, una protesi del ginocchio personalizzata e stampata interamente in 3D è stata impiantata attraverso l’assistenza intraoperatoria di tecnologie e di un computer. Lo annuncia Humanitas in una nota. L’operazione di rimpianto – si legge – è stata eseguita su una paziente dal prof. Maurilio Marcacci, dal suo aiuto dott. Tommaso Bonanzinga e dal dott. Francesco Iacono del Centro per la ricostruzione articolare del ginocchio.

La personalizzazione delle cure

“Gli ultimi sviluppi della medicina vedono la personalizzazione delle cure un’opzione sempre più realistica e concreta – spiega il prof. Maurilio Marcacci. Anche l’ortopedia non fa eccezione, con studi che vanno dallo sviluppo di protesi con materiali sempre più innovativi e su misura per il paziente, fino all’utilizzo di cellule staminali che aiutino la rigenerazione dei tessuti e della cartilagine. Questo intervento – dice – è la conclusione di un progetto di ricerca che apre le porte ad interessanti opzioni terapeutiche a beneficio dei pazienti e che speriamo possa stimolare il lavoro di tutti i professionisti nel campo della scienza e della medicina per trovare applicazioni cliniche sempre più innovative”.

L’artroplastica del ginocchio, ovvero la ricostruzione attraverso una protesi totale del ginocchio (TKR-Total Knee Replacement) – spiega il dott. Bonanzinga – è una delle procedure ortopediche più comunemente eseguite, che raggiunge i 4 milioni di casi all’anno nel mondo: pur essendo “una procedura di routine, fino al 15% dei pazienti si dichiara non soddisfatto dei risultati e il 6,2% rischia di essere sottoposto ad una revisione della protesi nei successivi 10 anni”.

“Fino ad oggi le protesi del ginocchio sono state progettate per qualsiasi paziente senza considerare l’anatomia specifica di ogni singolo paziente – ha spiegato ancora il prof Marcacci -, di conseguenza molti impianti sono risultati più grandi o più piccoli del ginocchio del paziente, generando problemi dopo l’intervento come lo sfregamento dei tendini tra dispositivi e tessuti molli, dolore, infiammazione, sanguinamento osseo e influenzando la qualità di vita del paziente per anni”.

La collaborazione con Rejoint

In questa ottica – si legge nella nota – i chirurghi del Centro per la ricostruzione articolare di Humanitas, in collaborazione con la start-up innovativa italiana Rejoint, vincitrice anche di un bando Horizon 2020 in ricerca e innovazione, hanno ideato una nuova procedura e stampato in 3D una protesi totale di ginocchio in lega di cromo cobalto: “attraverso TAC e risonanza magnetica si rilevano le caratteristiche e i parametri anatomici del paziente; su questa base e su queste informazioni si stampa una protesi in 3D che è ricostruita fedelmente sulle dimensioni del ginocchio del paziente”, ha chiarito l’ortopedico.

“Si tratta del primo caso al mondo in cui il rimpianto viene stampato in 3D – ha spiegato il dott. Bonanzinga -, inoltre durante l’intervento sono state utilizzate anche tecnologie accessorie utili a ridurre al minimo i rischi, a posizionare in modo preciso la protesi. Sarà il primo passo verso una personalizzazione dell’intervento, sempre più importante e necessaria”.